A Deus louvado
Foto di Francesca Chiolerio
agosto 2007
In Amazzonia con Frei Apollonio
MACAPÁ, il Centro di Promozione Umana
E’ il grande Centro annesso al Convento dei Frati Cappuccini, dedicato a Frei Daniel da Samarate (1876-1924, Missionario Cappuccino in Brasile, Lebbroso), attorno al quale si muove tutta quanta la Missione.
Il Centro è nato meno di dieci anni fa per aiutare i più poveri della zona, una fra le più povere del Brasile. Ad oggi conta 15 mila famiglie assistite (famiglie, non persone!). Fra medici, operatori e volontari, lavorano e si alternano 110 anime, presenti una ventina al giorno. Per l’assistenza medica viene chiesto un contributo simbolico di 5 R$. Ciascuno è regolarmente registrato e riconosciuto tramite un cartellino con dati personali e foto. Le assistenti sociali, cinque in tutto, dopo il primo contatto vanno di casa in casa a consegnare la tessera personale e per “toccar con mano” che di povertà vera si tratta. Nessuno può barare. Quindi chi è nel bisogno si rivolge spontaneamente al centro, a volte si vede una fila ordinata formarsi fuori già nella notte. Anche per questo adesso un grande nuovo locale con panche, servizi igienici, telefono e televisione è stato messo a disposizione per l’attesa, resa più dolce anche da un’abbondante prima colazione sempre offerta dal buon cuore dei benefattori. Pulizia e organizzazione lasciano senza parole. Davvero bravi, magari fosse sempre così perfetto anche da noi!
analisi cliniche a disposizione, ingresso e accettazione
sala d’attesa
Berçário Móvel, “progetto adozione di una culla”
Frei Apo e le stesse assistenti sociali del Centro di Promozione Umana individuano queste mini-mamme, giovani adolescenti talvolta abbandonate, a volte violentate. Sono molto povere, abitano in capanne o palafitte. In questi luoghi si convive con la paura e l’indignazione nel veder formarsi e crescere bande di giovani violenti, già armati per conquistarsi il dominio della droga, che non hanno più niente da perdere e nessun valore da salvare. Sono luoghi bellissimi e spaventosi.
E’ il progetto culla appena nato, dedicato a Madre Teresa di Calcutta. Fino al primo anno di vita il bimbo riceve assistenza sanitaria ed alimentare a casa sua, la mamma anche psicologica.
MACAPÁ, il Convento
Ecco le “cellette della nostra santa prigione” ed il convento come già me lo descrisse Frei Apo, “un conventino piccolo, povero, ma arioso e aperto sul cielo e su un grande appezzamento di terra con alberi e galline e conigli e altri animali…”
la Casa de Pão
Tre volte alla settimana, ogni marte, giove e sabato, si prepara il pasto per i più bisognosi. Sono cento coperti oggi ma è c’è già il progetto per raddoppiare la capacità della sala mensa. Il gruppo dei volontari è affiatatissimo. Lavorano tanto ma cantano e pregano anche. E a fine servizio c’è sempre un buon motivo da festeggiare con un dolce fatto in casa.
il mercatino della solidarietà
Ed un sabato al mese viene allestito il mercatino. Ad un prezzo simbolico si vendono abiti, borse e scarpe, quello che passa il convento insomma…
MACAPÁ, case e palafitte
la creche di Belém
“Qui andiamo avanti con tanto amore, vediamo di mettercela tutta o quasi per essere presenti in questo mondo di sofferenza e di povertá a volte estrema… nonostante tutto quello che si dice di questo immenso paese...” mi racconta Frei Apo. Oggi alla creche sono accolti, istruiti ed accuditi 270 bimbetti, dai due ai sei anni.
Espírito Santo
Da Belém ci spostiamo alle isole. Una volta erano raggiungibili solo via barca ma ora un lungo ponte sul fiume Guamà le collega alla terra. Terra rossa, piena di pozzanghere.
Hanno cominciato a mettere i pali della luce, ma poi ne rubano i fili. Comunque non c’è elettricità dove andremo noi. Lasciamo la strada per uno sterrato grigio, casette di legno isolate. Serpenti sugli alberi, in alto.
Ci addentriamo nella foresta fino ad arrivare a Espírito Santo. Case di fango e paglia, una comunità di dodici famiglie, poca acqua. Facciamo sosta all’ambulatorio dedicato a “Mamma Cetti”. I bimbi sono fantastici… occhi che aprono il cuore!
Una passerella di legno malandato ci porta al pontile sul fiume. In lontananza, solo un po’ sfumato dalla calura, il ponte sottile.
Comunità di Monte Alegre
Un cartello giallo e rosa scritto a mano accoglie Frei Apollonio: obrigado! Passi di bimbi che corrono e ridono forte, un sottofondo di voci che non si fermano mai ed il vento che muove in alto le grandi foglie delle palme sottili.
“A Monte Alegre siamo trenta famiglie, tutti parenti” racconta Rosa, la donna più anziana, tutta ossa, rughe e simpatia travolgente. Deliziosa quando si vezzeggia ancora con quegli occhialoni gialli ed il lungo pettine puntato fra i capelli bianchi! E’ gente povera che vive una realtà pesante.